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Liberiamo la psicologia dai ricatti del potere
25/06/2023Perché un manifesto per la psicologia libera
“Il sentimento del male diviene più forte e più acuto nel nuovo Medioevo. La forza del male crescerà e assumerà forme nuove per causare nuovi dolori. Ma all'uomo è stata concessa la libertà dello spirito, la libertà di scegliere la propria via”
Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev

A tutti noi è certamente noto cosa sia un manifesto ma per introdurre questo breve articolo inerente quello della Psicologia libera, promosso dal Comitato Nazionale Psicologi per L’Etica, la Deontologia e le Scienze Umane, può essere utile ribadirlo ed aiuta a definirne le finalità per cui è stato ideato e concepito.
Un manifesto è una dichiarazione pubblica, un proclama con toni a volte adeguatamente solenni, che può assumere anche forma letteraria o poetica, oppure semplicemente presentarsi come un elenco di “assiomi” che enunciano i principi di un movimento, di una corrente culturale che può essere scientifica, politica, religiosa o artistica.
Nella storia del genere umano di manifesti ne sono stati concepiti e diffusi diversi.
Alcuni esempi famosissimi ne sono stati: il manifesto delle 95 tesi di Martin Lutero, affisso sulla porta della chiesa del castello (Schlosskirche) di Wittenberg; il Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels; l'Appello ai liberi e forti del Partito Popolare Italiano; quello di fondazione del futurismo del 20 febbraio 1909 di Filippo Tommaso Marinetti pubblicato su Le Figaro; quello del 1917 dell'avanguardia russa ad opera di El Lissitskij; famoso infine quello dei giovani cinesi, raccolti di fronte ad un Tazebao maoista (vocabolo cinese il cui significato letterale è “manifesto a grandi caratteri”) che assunse universale popolarità come particolare mezzo di comunicazione durante la “Grande rivoluzione culturale” sviluppatasi in Cina tra il 1966 e il 1968.
Se invece ci facciamo un giro in rete e focalizziamo la nostra ricerca all’ambito “Psicologia e manifesto”, troveremo alcuni interessanti documenti.
Ad esempio:
- IL MANIFESTO PER LA PROFESSIONE PSICOLOGICA della Federazione Italiana Psicologi che promuove “la logica del confronto e della collaborazione su obiettivi comuni per essere più forti e per analizzare e valorizzare la funzione della nostra professione nella società attuale piuttosto che vedere la professione come un mezzo” in obbedienza alle indicazioni del WEF;
- IL MANIFESTO PER LA PSICOTERAPIA promosso da numerosi enti di nota fama e nato per la difesa della psicoterapia come espressione di specifici interessi. Consiglio di navigare nel sito indicato perché si raccoglieranno non solo informazioni ma anche preziose intuizioni;
- IL MANIFESTO PER LA DIFESA DELLA PSICOANALISI ospitato anche dal MOPI e teso a “difendere un settore ed una pratica specifica” inteso come “patrimonio di tutti, a profitto dell'intera società”, quello della psicoanalisi s’intende.
Nel prosieguo della navigazione troviamo anche tra gli altri:
- IL MANIFESTO DI CHAMBERS, neuroscienziato cognitivo all'Università di Cardiff, che lo ha scritto per riformare la cultura della pratica scientifica e che enuncia I sette vizi della psicologia, davvero molto interessante e che qualcuno degli “scienziati” odierni dovrebbe leggere con attenzione e prendere seriamente in considerazione;
- IL MANIFESTO PER IL SUPPORTO PSICOLOGICO ONLINE, decisamente recente e che vede negli “strumenti digitali un’opportunità” e si articola in sette punti;
Infine perfino un inaspettato:
- MANIFESTO PER LA PSICOLOGIA ESTETICA che dichiara di nascere nell’ambito della psicologia, a difesa del bisogno di bellezza.
Insomma noi del Comitato non abbiamo certamente avuto un’idea originale, eppur tuttavia la forma che ha assunto detta idea ha già trovato sia critiche, per adesso poche invero, ma anche molti consensi. Dati i tempi che corrono, riflettendoci, forse sarebbe stato più opportuno scrivere un manifesto funebre per la morte della Psicologia, ovvero un necrologio nella forma di annuncio come quello che si pubblica su giornali e riviste in seguito alla morte di qualcuno caro con l'intenzione di rendere omaggio al defunto.
Quello per la morte della Psicologia potrebbe suonare grosso modo così:
QUI GIACE LA SIGNORA PSICOLOGIA
DECEDUTA PER OMICIDIO COLPOSO A CURA DEI SUOI STESSI PARENTI E FAMILIARI, ORDINI REGIONALI E CNOP E CON LA PARTECIPAZIONE ATTIVA DI: GOVERNO ITALIANO, WEF, OMS, BLACKROCK ED ALTRE NOTE AGENZIE SOVRANAZIONALI
I QUALI TUTTI NON NE HANNO PIU’ TOLLERATO LA SUA STESSA NOBILE ESISTENZA
COMPLICE LA COMUNITA’ PROFESSIONALE TUTTA SILENTE NELLA SUA QUASI TOTALITA’
Ne danno il triste annuncio i suoi assai poco numerosi figli superstiti
Invece, alla fine, cari lettori ha prevalso l’istinto di vita, direbbe Freud, non quello di morte. Così noi del Comitato abbiamo pensato di correre ai ripari per ricordare, in primis a noi stessi ed poi a chi ci segue, quali siano i fondamenti soprattutto etici della nostra Psicologia, di quella in cui crediamo e della quale difendiamo i principi irrinunciabili di fondo. S’intende qui, nel Comitato.
Principi che, nei tempi oscuri che tutti noi stiamo attraversando, abbiamo visto calpestare, depauperare, travisare, manipolare o semplicemente dimenticare e archiviare.
Sono infatti tempi davvero difficili questi, densi di angosce apocalittiche e implacabili per la loro assai distopica colorazione e che ogni giorno di più mettono a dura prova la nostra integrità, fermezza e perseveranza nell’orientamento al bene. Dunque è proprio sull’onda di questa spinta idealistica, in un clima d’ispirazione e di entusiasmo e solo dopo un lunghissimo lavoro di preparazione e discussione che il nostro Manifesto ha visto la luce.
Si è constatato successivamente come la stessa spinta si sia sincronicamente manifestata e il medesimo bisogno abbia anche motivato altre coscienze. Infatti poco tempo dopo la pubblicazione del nostro c’è stata quella del Manifesto del Giusnaturalismo ad opera di Daniele Trabucco insieme ad altri. Vi rimando alla sua attenta lettura poiché esso ha, su alcuni presupposti etici e morali, alcune significative convergenze di fondo.
In conclusione è importante esplicitare il nostro desiderio sin dall’inizio cioè quello di utilizzare il Manifesto stesso per avviare una dialettica di confronto, interna ed esterna, sui modelli non solo espliciti ma anche impliciti di orientamento della nostra professione. Lungi da noi l’idea arrogante di aver detto tutto e tanto meno nel migliore dei modi ma certamente abbiamo scelto di essere propositive e non semplicemente reattive a quanto va accadendo nel nostro mondo e nel nostro tempo.
Clara Curtotti, Comitato Nazionale Psicologi
BIBLIOGRAFIA
https://www.manifestoperlapsicoterapia.it/
http://www.mopi.it/in-evidenza/manifesto-difesa-psicoanalisi.asp
https://www.lacomunicazione.it/voce/tazebao/
https://www.manifestopsicologico.it/
https://neuropsicolab.blogspot.com/2017/08/i-sette-vizi-della-psicologia-e-il.html
https://www.opl.it/public/files/8368-Manifesto-firmato--psicologia-estetica.pdf
https://www.opl.it/public/files/8368-Manifesto-firmato--psicologia-estetica.pdf
https://www.gazzettadellemilia.it/cultura/item/39316-manifesto-del-movimentogiusnaturalista-italiano
Il senso della storia. Nuova ediz. Copertina flessibile – 13 giugno 2019 di Nikolaj Berdjaev (Autore), Adriano Dell'Asta (a cura di) Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà: Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev