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31/01/2023Il nuovo Psicologo “Liquido”
Unobravo ovvero lo psicologo con un clik
Cari colleghi e stimati lettori vi sarà di certo capitato recentemente d’imbattervi, sui canali ufficiali della Tv di Stato, nello spot pubblicitario di Unobravo, un ente privato che fornisce servizi psicologici in rete. Forse avrete anche notato l’assoluto inedito di una pubblicità cosi esplicita e accattivante della nostra professione, ultimamente saltata alla luce della ribalta, come mai era accaduto fin dai tempi della sua stessa fondazione nel nostro bel paese.
Tutti ricorderete gli Psicologi che sfilano, in piena pandemia, a fianco dei medici e degli altri operatori sanitari elevati dunque alla loro stessa dignità di eroi per il popolo. Sono immagini che non si dimenticano, preziose per la loro valenza simbolica e per l’efficacia visiva del messaggio veicolato.
Gli psicologi sono diventati improvvisamente importanti e finalmente hanno un peso rilevante ed una posizione ufficialmente riconosciuta nell’immaginario collettivo. Il vissuto emotivo suscitato dalla visione dello spot è stato per me quello di un misto di stupore, allarme e disagio al tempo stesso.
Un complesso di emozioni nell’immediato difficile da tradurre in pensiero esplicito e consapevole. L’articolo è il tentativo di condividere il risultato di tale lavoro introspettivo ed anche uno sforzo volto ad analizzare quanto va accadendo, non solo nell’esercizio della nostra professione ma anche nella sua rappresentazione sociale, per lo più veicolata e promossa dai media ufficiali, alla luce dei tempi che corrono.
Procediamo per ordine.
Riporto dal sito di Unobravo: “Unobravo è un'innovativa startup di psicologia online che si propone come un punto di riferimento affidabile, competente ed empatico nella vita delle persone, per aiutarle nel raggiungimento del loro benessere psicologico e supportarle nella crescita personale…Ma che nome è Unobravo? La terapia va presa sul serio, non è un gioco! Andare da uno psicologo non dovrebbe creare vergogna. Per questo abbiamo deciso di riappropriarci di un’espressione che viene usata spesso con un'accezione negativa dandole un nuovo significato. Andare dallo psicologo è una cosa seria, ma un po' di ironia rende tutto ancora più piacevole! Il nostro nome assume un duplice valore: non solo rivela l'importanza che diamo alle competenze dei nostri psicologi - e di tutto il team - ma diventa anche simbolo dell'abbattimento dei pregiudizi contro la psicologia di cui siamo portavoci”. Si legge ancora: “Psicologo on line? Te lo trova Unobravo….lo psicologo a portata di click…Unobravo sfata tabù e pregiudizi sulla salute mentale”. Continuando ad esplorare il sito, tra le altre informazioni, si può scoprire che sono una innovativa società Benefit e che sono pubblicizzati su La Repubblica, Forbes, il Sole 24ore, Corriere della Sera, Ansa, SKY 24,Healthcare Italia ed anche Vanity fair.
Dunque, prendo atto, oggi lo Psicologo, se ne vuoi uno bravo, si trova così, on line e con un click, basta che tu faccia un questionario e te lo trovano loro, il migliore per te. Prezzo già noto, accordo chiaro, ergo soddisfatto o rimborsato, mi verrebbe da dire secondo il vecchio adagio. Viene garantita la percentuale statistica, molto alta invero, che ti garantisce la riuscita dell’impresa. Tutto molto chiaro, molto semplice e apparentemente senza rischi eccessivi.
Il dialogo interiore.
Eccomi ora, nel pensiero e nel ricordo dei tempi universitari, a ripercorrere la storia della faticosa ricerca di un terapeuta che fosse adatto a me: telefonate, appuntamenti, colloqui e valutazioni di tutti i tipi fino a quell’incontro misterioso ed alchemico che mi portò a fermarmi in un certo preciso luogo, un luogo fisico e non virtuale, che finalmente mi facesse sentire a casa ed accolta.
La stessa ricerca, non affidata ad altri ma fatta in prima persona, aveva già acquistato a quel punto un suo specifico valore all’interno del percorso stesso della terapia. Ricordo oggi perfino gli oggetti ed i quadri di quel luogo dove ero approdata.
Poi ci stava il “percorso dell’anima” ovvero quel percorso che si faceva per uscire da casa e che significava sfidare il mondo e recarsi altrove, a piedi o con i mezzi, un altrove che nella mappa della geografia dell’anima sembrava quasi collocato in un altro tempo ed in un altro spazio. Un luogo però dove potevi incontrare una persona vera in carne ed ossa e che potevi guardare negli occhi ed a cui potevi perfino stringere la mano.
Un luogo dove ripararsi e trovare una giusta distanza da quella realtà ordinaria che era la mia quotidianità. Passati anni e molta acqua sotto i ponti ecco che mi ritrovo oggi dall’altra parte della stanza, io investita di quel ruolo e nel mio studio, ad accogliere, ascoltare e riparare.
Si restituisce ciò che si riceve. Ancora: ogni invio ricevuto ed ogni invio fatto li vedo chiaramente inseriti in una rete semantica che intreccia i bisogni accolti con chi sia autenticamente in grado di accoglierli attraverso una valutazione di caratteristiche di formazione, di personalità, opportunità di vita e possibilità anche economiche e logistiche, conscia innanzitutto di quella misteriosa alchimia che fonda quell’incontro e delle storie che si intrecciano secondo logiche che sempre sfuggono ad un paradigma riduzionista.
Ancora ricordo di aver avuto la fortuna anni dopo di conoscere una collega che aveva soffermato la sua riflessione teorica proprio su quest’argomento: la preziosità del lavoro d’invio e l’arte stessa che è ad esso sottesa. Sì perché si trattava, nel suo discorso che sposo senza riserve, di definire il lavoro di ricerca ed invio come un’arte “artigianale”, lavoro che si potrebbe difficilmente delegare ad una catena di produzione o ad una multinazionale della cura che gestisce on line l’erogazione di tale servizio.
La dimensione spirituale e l’autenticità dell’incontro dei cuori richiedono contatto e presenza anche fisica, fatica di ricerca e tempo d’ingaggio nella relazione e tanta ma tanta pazienza. Quest’ultima un bene davvero oggi in disuso.
Più o meno la differenza che passa tra una camicia fatta su misura dal sarto ed una acquistata su Shein, la nota azienda cinese di vendita online fondata nel 2008 da Chris Xu.
A questo punto ammetto di essere in piena “Retrotopia” direbbe l’ultimo Bauman ovvero nell’inverso dell'utopia cioè in un'utopia rivolta all'indietro: la retrotopia viene definita dal noto sociologo come la nostra recente attitudine a collocare nel tempo passato e non più nel futuro o in un luogo leggendario l'immaginazione di una società migliore. La teoria di Bauman formulata nei concetti noti a tutti noi di Modernità liquida ed Amore liquido, teoria che considera l'esperienza individuale e le relazioni sociali segnate da caratteristiche e strutture che si vanno oggi decomponendo e ricomponendo in modo appunto incerto e dunque fluido, trovo che ben si adatti alla definizione di questo nuovo modello di Psicologo.
Un modello culturale che sta prendendo rapidamente il sopravvento sugli altri pur culturalmente ancora presenti nel nostro contesto sociale forse perché spinto, favorito e promosso da una logica di pensiero unico imperante che abita pervasivamente e con prepotenza ormai tutti i settori della nostra vita.
Lo Psicologo liquido, appunto.
Uno Psicologo liquido per l “Homo Consumens”, dunque!
Uno psicologo che si adatta rapidamente alle esigenze e fluidamente risolve la domanda del bisogno e che puoi trovare comodamente on line, sul divano di casa tua così in grande semplicità ed immediatezza come se lo acquistassi su Amazon. Uno psicologo adattato perfettamente alla Modernità liquida del nostro mondo (Modernità liquida significa soprattutto che tutto ciò che prima era considerato solido, idea di Dio, identità, soggetto, relazione, verità, idea di Stato-Nazione, etc… si è andato liquefacendo). Tutto è disponibile e accaparrabile rapidamente e senza eccessive frustrazioni per essere consumato, perché se lo spazio si è liquefatto, il tempo si è ristretto. Riducendo il tempo dell’attesa e trasformando i bisogni in semplici click. L’affermarsi di questo nuovo scenario è stato storicamente favorito anche dall’avvento della globalizzazione e dei modelli turbo liberal mondialisti di esercizio del potere. La pandemia ha dato poi una forte accellerata alla svolta presa ed alla digitalizzazione tout court di molte professioni, così ci siamo ritrovati on line e dietro lo schermo anche noi psicologi. Tuttavia il consumo per lo stesso Bauman, come dargli torto, si configura come un “attività solitaria perfino quando avviene in compagnia”. In tale scenario postmoderno la relazione è ormai come “una zattera con a bordo un marinaio inesperto che, cresciuto nell’epoca dei pezzi di ricambio, non ha mai imparato l’arte della riparazione”.
Sarà anche il destino della Psicologia e degli Psicologi?
Ora cari miei, non sembra più possibile ritornare indietro!
Solo nel ricordo e nella nostalgia.
Bauman asserisce ancora che “homo oeconomicus e homo consumens sono uomini e donne privi di legami sociali” e così ci ritroviamo tutti sempre più soli ed isolati gli uni dagli altri e perfino cercare aiuto da uno Psicologo si trasforma in una tristissima esperienza virtuale che allontana i corpi, indebolisce i legami, banalizza le relazioni e allontana i cuori.
Uno psicologo che ben si sposa con quello “di Stato” di cui parlo altrove e che occuperà di certo nuovi spazi nel Metaverso e sicuramente te lo proporrà come vincente anche Chat GPT se vorrai andare a chiederglielo!
Quasi quasi….
Clara Curtotti, Comitato Nazionale Psicologi
Bibliografia
- Modernità liquida di Zygmunt Bauman, Laterza, 2011.
- Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi di Zygmunt Bauman, Laterza 2006, p. 24, p. 97.
- Retrotopia di Zygmunt BaumanLaterza, 2017, VII rist. 2018.
- l’Homo Consumens (Erickson, 2007) Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi,Edizioni Erickson, Gardolo 2007, p. 49.
- Lo Psicologo di Stato” articolo di Clara Emanuela Curtotti
- https://sfero.me/article/lo-psicologo-di-stato
- https://www.unobravo.com/
- https://openai.com/blog/chatgpt/