
Le due facce della vita
12/08/2022Chi muove i fili
La manipolazione: complottismo, paranoia o…
La manipolazione intesa come interferenza nella psiche delle persone allo scopo di orientarne costumi, abitudini e scelte, è un tema vastissimo che tocca molteplici aspetti della quotidianità. Occorre dunque indagarne con cura gli aspetti e per qs il Comitato…….promuove discussioni, ricerche e confronti sul tema. Al tempo stesso è doveroso portare a conoscenza dell’opinione pubblica i risultati, anche parziali, delle ns ricerche.
Proprio indagandone la complessità sembrano emergere dati a conferma del fatto che non si tratti di un fenomeno recente, benché oggi abbia raggiunto proporzioni enormi. Sembra che molte di quelle che abbiamo considerato conquiste sociali, siano state in realtà “gentili concessioni”, utili a chi gestiva il potere almeno quanto a coloro che si battevano per ottenerle.
Potrebbe essere il caso, ad esempio, del boom economico seguito al 2° dopoguerra.

Da un lato la popolazione aveva bisogno di lasciarsi alle spalle le angosce, le privazioni, i lutti della guerra, mentre dall’altro l’economia emergente si qualificava come “economia dei consumi” e, anticipando di pochi anni il neoliberismo, gettava le basi per rendere il mondo un grande mercato e le genti schiere di consumatori. Improvvisamente beni e servizi che in precedenza erano riservati alle classi più abbienti si rendevano disponibili quasi per tutti. Ma occorreva implementare il potere di acquisto delle masse perché potessero effettivamente accedervi ed ecco le conquiste sociali che, sollecitate da chi aveva bisogno di migliorare le proprie condizioni di vita, diventavano utili soprattutto a chi gestiva l’economia e la politica delle nazioni. Il maggiore benessere economico, accompagnato dal progresso tecnologico, ha portato con sé ovviamente anche grandi cambiamenti negli usi e costumi e una maggiore accessibilità all’industria del divertimento. Non solo sport, ma anche musica, cinema, intrattenimento e, poco dopo, l’entrata degli apparecchi televisivi nelle case. Ognuno di questi settori meriterebbe un’indagine approfondita per il modo in cui si è sviluppato, per il messaggio che ha contribuito a veicolare e per il conseguente mutamento culturale che ha prodotto nella popolazione.
Uno dei mezzi più efficaci utilizzati, allora come ora, per indurre bisogni e favorire i consumi è la pubblicità. Essa agisce in modo occulto sull’immaginario e si aggancia alla componente emotiva degli individui e delle folle, potenziando l’elemento desiderio; trasforma la spinta al miglioramento di sé, innata in ogni essere umano, orientandone la soddisfazione al mero piano materiale e contribuisce in tal modo a polarizzare una grande parte dell’umanità “civilizzata” verso la cultura dell’apparire. Tendenza, questa, che nel corso degli anni si è sempre più accentuata.
Difficile affermare con certezza se fin dall’inizio vi fosse una volontà manipolatoria, certo è che fin da subito la logica del profitto ad ogni costo ha posto l’etica in secondo piano, fino anche a farla scomparire e già nel 1928 Edward Bernays, precursore del marketing e iniziatore della pratica della “persuasione occulta” coniava termini come “la fabbrica del consenso” e nel suo saggio “L’ingegneria del controllo” teorizzava che non fosse compito delle pubbliche relazioni e della pubblicità in generale migliorare il mondo e che esse dovevano limitarsi ad applicare gli sviluppi che la psicologia del profondo offrivano per affinare le tecniche del condizionamento di massa. (1)
Luisa Benedetti,
Comitato nazionale psicologi per l'etica, la deontologia e le scienze umane
(1) La fabbrica della manipolazione, Arianna ed. , di Perrucchietti e Marletta